Nuovi investimenti per realizzare resort e produrre film e serie tv

L’ultimo acquisto è quello di Marco Chimenez, uno che ha fiuto. In vacanza con la famiglia, è rimasto affascinato dalla bellezza dei luoghi, così da acquistare non una, ma due masserie. Una a Veglie, l’atra ad Ugento. Per ospitare personalità internazionali e girare sceneggiati e fiction per cinema e televisione

 

E anche Marco Chimenez, produttore dell’arcinoto e premiatissimo “Gomorra”, ci fa un pensierino. Anzi, due. Acquista nn una, ma due masserie in Salento. Ne farà, stando a quanto dichiarato al Nuovo Quotidiano di Puglia, in un servizio di Pierpaolo Spada, «un resort e un set per le serie tv». Insomma, tombola. Non è la prima masseria presa in seria considerazione per girare film o comunque una delle tante serie così di moda fra Netflix e Sky. Basti ricordare una delle ultime celebrate opere di Lino Banfi, protagonista insieme con Ron Moss (il Ridge del “Beautiful” più famoso), che sempre da queste parti – Martina Franca, masseria Don Cataldo, per la precisione – decise di realizzare un numero importante di riprese di “Viaggio a sorpresa”. Dunque, di che stupirsi.

Chimenz, produttore cinematografico, ha nel suo più o meno recente passato una serie indescrivibile di produzioni e di successi: “Gomorra”, “Romanzo criminale” e “Suburra”, tanto per citare alcuni titoli. Bene il suo ultimo successo, in fatto di investimenti, è l’acquisto di due masserie: “Vocettina” (Veglie) e “La Vecchia” (Ugento), con lo scopo di farne nel giro di due anni, attrattori per turisti deluxe e, al tempo stesso, alla bisogna, set cinematografici o produzioni televisive.

 

Designed by Freepik

 

«MASSERIE, CHE FASCINO!»

«In vacanza da queste parti – ha raccontato Chimenez al giornalista del quotidiano salentino primo nelle vendite in Puglia – con la mia famiglia, quando ebbi modo di visitare il Salento, fummo colpiti dalla bellezza di posti mai visti, fra questi Leuca, Gallipoli e Otranto. Fatale la sosta alla Masseria Diso – Il Tabacchificio, un’esperienza che considero unica; bene, quella masseria mi incantò al punto tale da convincermi non solo a tornarci, ma anche a cercarne una che potesse diventare di nostra proprietà».

L’intuizione di Chimenez è il riuscire a mettere insieme ospitalità, dunque un resort, e disporre di uno, due potenziali set, per realizzare riprese per una delle tante produzioni richieste in questi ultimi anni. Inutile girarci intorno, contributi cinematografici a parte, per le opere prime, un certo numero di sale che stanno chiudendo in tutta Italia, e non solo, il futuro risiede proprio nelle serie ospitate da Netflix, Sky, Mediaset, Rai e via di questo passo.

«L’idea principale – ha spiegato il produttore al Nuovo Quotidiano – è quella di utilizzare “Vecchia” e “Vocettina” intanto come strutture ricettive, ponendo anche attenzione a soluzioni complementari o alternative: ospitare personalità di statura internazionale o impiegare queste due accoglienti location come set per film o serie».

 

 

RITORNO ECONOMICO, NON SOLO…

L’eventuale ricaduta in fatto di immagine ed economia. «Dopo il successo di una serie – riprende Marco Chimenez – il pubblico si incuriosisce, anzi fa di più, visita quei luoghi, il set, fino a restare affascinato da quanto lo circonda». Fa un paio di esempi, il produttore, parte da “White Lotus”. «La seconda stagione – spiega – girata in Sicilia e ha interessato turisti arrivati dagli Stati Uniti; “Benvenuti al Sud”, prodotto da Cattleya, girato a Castellabate, in Cilento: il successo del film interpretato da Bisio e Siani cambiò l’economia del posto: la Puglia è già un marchio importante, va da sé che da un eventuale successo – parliamo di ipotesi – lo stesso territorio, principalmente il Salento, se ne gioverebbe».

Dunque, il Salento non come “Gomorra” o “Romanzo criminale”, ma una cartolina vista con gli occhi di un produttore. Uno che per fare questo mestiere deve avere innanzitutto fiuto, provare ad arrivare con il pensiero, il progetto, il sogno, laddove altri non possono neanche pensare di aggrapparsi minimamente.