Assegnato un doppio Nobel
Riconoscimenti alla polacca Olga Tokarczuk e all’austriaco Peter Handke (in passato contestò la cerimonia). Sospeso a causa dello scandalo sessuale che aveva interessato il marito di una giurata, stavolta il Comitato tecnico ha inteso premiare due autori insieme: non accadeva da circa sessant’anni. Cerimonia il 10 dicembre a Stoccolma
Assegnati a due mitteleuropei premi Nobel. L’Accademia di Svezia ha inteso tributare non uno, ma due riconoscimenti per altrettanti scrittori coprendo il vuoto lasciato l’anno scorso (non accadeva da circa sessant’anni). Un vuoto allo scandalo sessuale che aveva interessato il marito di una giurata. Per questo motivo lo scorso anno il Nobel fu sospeso, per riprendere la sua attività quest’anno assegnando un riconoscimento per l’edizione 2018, alla scrittrice polacca, Olga Tokarczuk, e uno per l’edizione ricorrente, quella del 2019, al romanziere, drammaturgo e poeta austriaco Peter Handke.
Queste le motivazioni per i due vincitori. Ad Handke: «Per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana». Alla Tokarczuk: «Per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita».
Olga Tokarczuk, polacca di Sulechów, nata nel gennaio del ’62, ha studiato psicologia a Varsavia. Scrittrice e poetessa tra le più note in patria, è stata tradotta in trenta Paesi. Con il romanzo “I vagabondi”, pubblicato in Italia da Bompiani, aveva vinto il Man Booker International Prize 2018. Era stata anche finalista al National Book Award, conoscendo la popolarità internazionale. Autrice di diverse raccolte di poesie e vari romanzi, tra le sue opere pubblicate in Italia: “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti” (Nottetempo) e “Nella quiete del tempo”, con il quale ha vinto uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski.
Peter Handke, Nobel per il 2019, è famoso invece per vari e provocatori successi teatrali, da “Insulti al pubblico” (1966), a “Kaspar” (1968), e per alcuni romanzi come “Breve lettera del lungo addio” (1972) “Infelicità senza desideri” (1972), dedicato alla prematura morte della madre, “La donna mancina” (1976), opere che lo hanno reso uno degli autori contemporanei più importanti.
Particolare curioso, a dimostrare quanto la giuria tenga più al fatto squisitamente tecnico (e di sostanza) nell’assegnare il più prestigioso riconoscimento per la letteratura, il fatto che l’autore austriaco sia un contestatore del Nobel. Famosa, infatti, la sua dichiarazione del 2014 in occasione dell’assegnazione al francese Patrick Modiano.
Dopo aver riconosciuto la grandezza del collega, affermò: «Il Premio Nobel andrebbe finalmente abolito, perché porta un momento di attenzione, nelle pagine dei giornali, ma per la lettura non porta nulla». Handke, però, aveva ammesso che l’essere stato inserito nella rosa dei candidati al Nobel non lo aveva lasciato indifferente: «Certo che ti prende, ti infastidisce, e allora ti infastidisci con te stesso perché ci pensi: è una cosa così indegna e al contempo si diventa per un po’ se stessi indegni».
Lo scrittore austriaco è stato raggiunto dalla notizia nella sua casa. La Tokarczuk, invece, ha appreso la notizia della vittoria del Nobel mentre era alla guida della sua auto, in Germania, dove è in impegnata in un ciclo di conferenze.
Entrambi i vincitori sono attesi alla cerimonia di premiazione del 10 dicembre a Stoccolma