Un imprenditore chiude una catena di alberghi a causa di un importo mostruoso

La notizia fa il giro d’Italia. La riprendono radio, tv, stampa. “Il Foglio” vorrebbe vedere il mezzo milione da pagare. Niente da fare, comincia una caccia all’importo con risultati poco incoraggianti. Ma allora, perché tanto clamore? Intanto il direttore degli hotel starebbe chiedendo la Cassa integrazione…

gas-7311286_960_720Caro-bollette, scattano le prime chiusure degli alberghi. Questa una delle notizie che cominciano a circolare giorni fa. Fra le tante attività che minacciano la chiusura sotto la pressione di aumenti esponenziali, gli hotel che da queste parti proliferano. Vuoi perché la Puglia, a detta delle riviste internazionali, è la regione più bella del mondo; vuoi perché l’economia di questo accogliente angolo del paese si sostiene con quanto legato al turismo, che poi è la gastronomia, dunque ristoranti e trattorie, masserie e pizzerie – come visto di recente – di alta classe.

Insomma, nei giorni scorsi c’è stato chi ha annunciato, non senza effetti pirotecnici, la chiusura di cinque alberghi facenti parte di una delle catene di maggior prestigio. Quando chiude un’attività, ci batte forte il cuore, pensiamo ai posti di lavoro che vanno in fumo; pensiamo alle famiglie in sofferenza, che a causa delle chiusure dovranno arrangiarsi in attesa di tempi migliori.

A Gallipoli, per esempio, una catena alberghiera aveva annunciato la chiusura immediata delle sue strutture. «Non sarà l’unico caso», segnalava Federalberghi nei giorni a seguire, in quanto la situazione che si starebbe creando a causa dell’aumento del costo della luce è drammatica.

IL PRIMO CASO…

Questo uno dei primi casi segnalati dagli organi di informazione. La notizia della catena di alberghi salentini, fa il giro d’Italia e non solo. Il titolare di questa serie di aziende, viene intervistato da radio, tv, stampa. In breve, diventa una stella mediatica: i colleghi tengono per lui, lo sostengono; una certa stampa, sospettosa che l’uomo stia facendo provocazione, vuole vederci chiaro.

Uno dei giornali che vuole vederci chiaro, è Il Foglio, giornale fondato da Giuliano Ferrara e oggi diretto da Claudio Cerasa: «Bolletta da mezzo milione di euro, chiude storica catena alberghiera pugliese», titola un articolo di Ermes Antonucci. Il giornalista indica nel suo puntuale servizio, che la vicenda della quale si sta occupando scaturisce probabilmente dalla notizia più letta degli ultimi giorni. Ripresa e rilanciata dai principali organi di informazione fino a raggiungere gli immancabili social. Insomma, secondo Il Foglio, nessuno sarebbe riuscito a sfuggire all’annuncio del direttore generale di una importante catena d’alberghi pugliese (cinque, con 1.100 posti letto e 275 dipendenti): «Dopo quasi sessant’anni di attività – una delle principali dichiarazioni raccolte dalle agenzie di stampa riprese da giornali e tv – chiudiamo a causa degli alti costi dell’energia elettrica».

A far scattare la decisione sarebbe stata una bolletta dell’energia elettrica da 500mila euro riguardo i mesi di luglio e agosto, in aumento del 500% rispetto ai 100mila euro spesi nello stesso periodo lo scorso anno. Il direttore rilascia un’intervista a Tagadà su La7, al Tgcom, confermando di essere stato costretto ad avviare la Cassa integrazione, ricordando – nelle sue dichiarazioni – che «la Germania ha utilizzato 200 miliardi di euro per sostenere le imprese e le famiglie tedesche».

stromkosten-533818_960_720COSA C’E’ SOTTO?

Il Foglio prova a raccontare qualcosa che gli altri organi di informazione non hanno raccontato. Nella sua inchiesta, infatti – scrive il giornale – si arriva alla domanda cruciale: «Per caso, qualcuno ha verificato l’esistenza della bolletta e quindi l’aumento riferito allo stesso periodo dell’anno scorso?». Il Foglio asserisce di aver telefonato direttamente all’interessato chiedendogli se fosse possibile avere copia delle bollette da uno dei suoi collaboratori: niente. Una serie di motivazioni non convincono Antonucci, l’autore dell’inchiesta, che insiste: «Ma scusi, se una mattina un imprenditore si sveglia e dice di aver ricevuto una bolletta da dieci milioni di euro noi non possiamo mica pubblicare la notizia?». Risposta dell’interessato: «Non fa niente, non c’è problema, non pubblicate la notizia; ma la risoluzione del problema è semplice: basta chiedere a Nomisma, all’Istat, quello è l’aumento che c’è stato in percentuale, non è che l’ho inventato io».

Resta il sospetto che si sia voluto aprire un caso. L’estensore dell’articolo, infatti, non è affatto soddisfatto, tanto che chiosa nel rispetto dell’etica professionale. «Nessun dubbio che il rincaro dell’energia sia un problema da affrontare – conclude Antonucci – purché lo si faccia con serietà, non con la pigrizia di organi di informazione sempre alla ricerca di “maschere” da inserire nel grande racconto dell’indignazione collettiva».

Fine della storia. Non fosse che la storia, come accade spesso in Italia, continua. Tanto da essere abituati a storie infinite, delle quali si conosce l’attacco, ma il più delle volte, mai la chiusura.