Il tycoon rieletto 47mo presidente degli Stati Uniti
«Abbiamo fatto la storia, lo ha voluto Dio: per l’America ha inizio una nuova “epoca d’oro”», ha detto il vincitore. Sconfitta Kamala Harris, che si è congratulata con il suo avversario, dichiarando a quanti l’hanno sostenuta: «Accetto la sconfitta ma non la fine della lotta per la nostra libertà». Flop dei sondaggi che davano una lotta gomito a gomito: la vittoria dei Repubblicani è stata schiacciante
Non c’è sondaggio che tenga. Lo dice la storia, anche l’Italia è passata attraverso clamorosi flop annunciati nelle trasmissioni televisive di prima serata per anticipare i risultatati delle elezioni. Donald Trump è il 47.mo presidente eletto degli Stati Uniti. Lo ha annunciato Fox News, dopo le proiezioni delle vittorie dell’ex presidente in Pennsylvania e nel Wisconsin. Conferma CNN, che commenta la vittoria del neopresidente in Pennsylvania alle 2 di notte. Una vittoria di misura, come dicevano i sondaggi alla vigilia della vigilia? Nemmeno per sogno. La “rimonta” non prevista, comincia dalle grandi città americane: le chiacchiere stanno a zero.
Orgoglioso del successo che va oltre ogni più rosea previsione, lo stesso Trump, ovviamente: «Guardate che cosa è successo: non è incredibile?», è una delle sue prime dichiarazioni rivolta ai suoi sostenitori. Adesso dovrà “solo” mantenere le sue promesse rivolte ai suoi elettori e, ora, al resto degli americani. «Prometto di impegnarmi e combattere, se sarà necessario, con tutte le mie energie e le mie forze per il bene degli americani, sistemare il confine per scrivere insieme una nuova “epoca d’oro” per gli Stati Uniti.
PROIEZIONI SCONFESSATE
A proposito di sondaggi dell’ultima ora. L’altra candidata, Kamala Harris, aveva intuito che qualcosa non stesse andando per il verso giusto quando la candidata del Partito democratico aveva perso Florida e Texas con margini molto superiori a quanto previsto: 13% e 15% punti percentuali. Mica noccioline. Primi segnali scoraggianti arrivavano, a ruota, dalla Virginia, Georgia e North Carolina, stati sui quali il suo partito aveva investito tanto. Non solo Trump in quegli stati è riuscito a risalire sui sondaggi, ma è riuscito ad inanellare risultati sempre più incoraggianti: meglio nelle aree rurali, saldo nelle aree suburbane e voti, un po’ qua e un po’ là, in particolar modo tra gli ispanici e nei grandi centri urbani.
Gli esperti di politica internazionale indicano nell’errore più grande della Harris e, forse quello determinante, nel non aver preso subito e in modo inequivocabile le distanze da Biden, un modus operandi assunto timidamente nelle ultime settimane di campagna. Sempre per gli esperti, Kamala Harris avrebbe dovuto mostrare un taglio decisivo nei confronti della precedente amministrazione, con particolare riferimento al tema dell’economia e della guerra a Gaza, argomenti sensibili che, alla fine, al suo partito sono costati svariati milioni di voti.
KAMALA, FATALE MEDIO ORIENTE
Su quanto accade tutt’oggi in Medio Oriente, la candidata del partito democratico si è giocata il sostegno degli arabo-americani, che non le hanno perdonato l’appoggio incondizionato ad Israele, come quello degli stessi ebrei conservatori che avevano indicato al governo Biden di essere fautore di un crescente antisemitismo negli Stati Uniti dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Cosa dicono queste elezioni e la presidenza assegnata a Trump. Che gli Stati Uniti si riconoscono nella politica del “tycoon” assegnandogli pieni poteri per tutta una serie di impegni e temi sui quali Mr. Donal ha appoggiato la sua “campagna”: rilanciare l’economia, arginare l’esponenziale espansionismo cinese, debellare il terrorismo islamico, tenere a bada Putin, l’Iran e la Corea del Nord, difendere occupazione e risparmi, riaffermare il primato strategico e tecnologico degli Usa nel mondo.
Impegni non da poco. Vedremo, insomma, su quale di questi primi punti cruciali, il nuovo presidente USA costruirà questa nuova “epoca d’oro”.