Alessandro Greco racconta la sua tv e la scelta di fede
«Ricambierò con il massimo impegno alla chiamata di Amministratore delegato e Direttore della Rai che mi hanno voluto in prima serata. Ho risposto senza pensarci, come fosse la convocazione in Nazionale. I miei “grazie” alla Carrà, Japino e Suraci, inventore della “radiovisione” di Rtl»
Ci siamo, il tarantino Alessandro Greco venerdì 6 settembre presenterà l’ottantesima edizione di “Miss Italia”. Ottanta candeline per ottanta “miss” che sfileranno su Raiuno per tre ore per scegliere la più bella, non solo in senso esteriore, ma anche “la più bella dentro”. E’ questo che si augura, felice del suo ritorno in prima serata Greco. Lui che una miss l’ha sposata, tiene molto alla formula del “voto agli italiani”.
E, intanto, anticipa per sito e radio le anticipazioni sulla sua Miss Italia, tornata su Raiuno dopo qualche anno. Alessandro Greco arriva alla conduzione del programma dopo numerose esperienze: “Stasera mi butto”, “Furore”, “Il grande concerto”, “Zero e lode”, la “radiovisione” con RTL, la radio più ascoltata (e vista) in Italia.
«Ci stanno pensando gli autori agli ultimi ritocchi, considerando il traguardo prestigioso e la cifra tonda, racconteremo ottant’anni di storia Italia; il sociale, il costume, le fasi importanti del concorso di Miss Italia. Intrattenimento, ospiti importanti con un unico obiettivo: descrivere una preziosa cornice per le nostre perle, le ottanta finaliste. Una cosa cui tengo molto, con il televoto la “miss” la sceglieranno gli italiani».
Bella occasione, Alessandro.
«Se esistono punti salienti nell’attività di un conduttore, bene, credo proprio che la conduzione di “Miss Italia”, su Raiuno e in prima serata, sia uno dei momenti più importanti della mia vita artistica. Ho cominciato da ragazzino a girare l’Italia, studiavo e il sabato, libri sotto il braccio, partivo per una qualsiasi località del Sud. La domenica sera, stanco, ma felice di fare la cosa che più mi piaceva, tornavo a casa. Ripassavo e a letto, la mattina, più stanco, caffè e ripasso. Uno dei piatti forti di allora, alle volte il caso della vita, i concorsi di bellezza: mai avrei pensato a Raiuno, agli gli ottant’anni della manifestazione con la splendida Patrizia Mirigliani salda al timone di un brand portato al successo da suo padre Enzo. Le premesse perché sia orgoglioso di avere ricevuto questo invito alla conduzione, ci sono tutte».
In Rai, zero dubbi. Greco era quello che ci voleva. Persona a modo, corretta, rispettosa, nella conduzione come nella vita. Raffaella Carrà e Sergio Japino hanno avuto l’occhio lungo.
«Ricambierò la “chiamata” dando il massimo, come sempre, mi sembra il minimo per ricambiare occasione e sensi di stima che mi hanno riconosciuto l’Ad della Rai, Fabrizio Salini, e il direttore di Raiuno, Teresa De Santis: devo a loro se venerdì 6 settembre condurrò per tre ore di seguito il ritorno su Raiuno, e in prima serata, una manifestazione così longeva e amatissima dal pubblico».
Carrà, Japino, Freccero, ricorda il debutto in tv?
«Maggio ’97, prima serata, Raidue, avevo venticinque anni, “Raffa” e Sergio mi scelsero insieme al direttore Carlo Freccero per la prima edizione di “Furore”, esperienza che mi ha insegnato quali possono essere le insidie di una diretta di tre ore, ma anche nel viverla con la massima naturalezza. Il complimento della Carrà: “Ma, così giovane, dove la prendi tutta questa disinvoltura e questa brillantezza?”. Dalle piazze in Puglia, Calabria, Basilicata: più che una scuola, una università».“Il Grande Concerto”, la musica classica su Raitre ogni domenica mattina con l’Orchestra sinfonica della Rai. Un programma rivolto al pubblico più giovane, bella scommessa.
«Senza tema di smentita, quella è stata la perla della mia carriera, esempio di quella tv che personalmente amo: intrattenimento rivolto ai ragazzi nel far conoscere loro, e non solo, la bellezza e la tradizione della musica classica italiana: successo di ascolti, bis l’anno successivo, premi in quantità, fra questi quello del Moige, l’associazione sempre attenta e impegnata in ambito sociale nella protezione dei minori: i loro complimenti sono come una medaglia appuntata sul petto, una delle attestazioni custodite con orgoglio».
Per qualche tempo, Greco non si vede, ma si “sente”. Merito suo, ma anche di RTL, la radio italiana più ascoltata.
«Chiamato da Lorenzo Suraci nel 2008. Una grande emozione, pari a quella avuta quando sono stato chiamato dalla Rai per “Miss Italia”: come se fossi stato convocato dal commissario tecnico della Nazionale, penso sia un paragone che regge: ho risposto subito “Presente!”. A Rtl mi hanno fatto sentire subito uno di casa: l’invenzione di Suraci, la “radiovisione” in diretta è stata ed è tuttora, l’occasione per fare radio e tv insieme».
Il carattere della tua “Miss Italia”?
«Serena, spensierata, coinvolgente, ritmo e garbo, con lo scopo di suscitare più di un sorriso; chiusa la manifestazione, proverò a dare un’occhiata ai social, polso del gradimento senza reticenze: voglio vedere se al pubblico, a tutto il pubblico, la nostra edizione di “Miss Italia” è piaciuta».
Evoca il concetto di squadra.
«Non una squadra qualunque, ma un gruppo affiatato nel quale ognuno dia il massimo nel suo ruolo: dirigenti, autori, assistenti di studio, un elenco infinito: a me toccherà solo finalizzare, se non arrivano i passaggi giusti al centro, ti puoi sbattere quanto vuoi, puoi essere il migliore attaccante, gol non ne farai mai».
Qual è stato l’aspetto del carattere di Beatrice Bocci, tua moglie, Miss Toscana, a un passo dal titolo di Miss Italia?
«Arrivò seconda, ma fu considerata la vincitrice morale di quell’edizione, era il 1994: Beatrice viene ricordata come la prima “miss” mamma. Fui colpito dalla sua bellezza esteriore, poi standole accanto scoprii che la sua bellezza interiore era anche superiore a quella esteriore».
Prima di Natale pubblichi un libro, “Ho scelto te”.
«Ho conosciuto la giornalista dell’“Avvenire” Tiziana Lupi in occasione di un’intervista rilasciata al suo giornale, parlammo di momenti di condivisione e preghiera ai quali spesso partecipo insieme con la mia Beatrice: è stata la gente a incoraggiare me e Tiziana, autrice fra l’altro della biografia di Papa Francesco, a raccontare la mia testimonianza fede: rispolverata quell’idea abbiamo deciso di raccontare la strada che ha condotto me, la mia “Bea” a Dio».