Stefano D’Orazio, fra passato, presente e futuro
Batterista dei Pooh, racconta l’impegno con i suoi compagni dalla parte dei più deboli. «Abbiamo raccolto fondi per ricostruire un villaggio in Africa, fatto concerti contro la fame nel mondo, Telethon in tv per combattere malattie genetiche». Intanto, “prima” pugliese di “Non mi sposerò mai!”, libro appena pubblicato e giunto alla terza ristampa.
Una vita spesa fra studi di registrazione, in giro per l’Europa con viaggi anche negli stati Uniti e in Oriente, fra caselli autostradali e autogrill, storie puntualmente finite fra le pieghe di canzoni di successo, Stefano D’Orazio, batterista dei Pooh, ha pubblicato in queste settimane il suo secondo libro: “Non mi sposerò mai!” (“Confesso ho stonato” il primo). Non solo musica, ma anche sociale nella vita di D’Orazio e i suoi “amici per sempre” Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian. «Per anni abbiamo partecipato a “Telethon”, in prima fila nella lotta contro le malattie genetiche, a favore dell’Anlaids, contro le guerre con “Rock no war” e contro la fame nel mondo; abbiamo raccolto fondi per aiutare popolazioni del Nicaragua e del Madagascar, donare a queste strutture utili per abitanti di villaggi africani, combattere malattie che lì, purtroppo, esistono ancora: una volta conclusi i lavori, noi stessi ci siamo recati sul posto per vedere come erano stati investiti i fondi raccolti in tournée grazie alla generosità del nostro pubblico».
Questo l’aspetto sociale in una battuta. C’è un libro, invece, che circola in queste settimane, “Non mi sposerò mai!”, subito in classifica, terza ristampa, “spalla a spalla” con quello dato alle stampe da Francesco Totti. Abbiamo incontrato D’Orazio alla masseria La Serritella di Castellana Grotte in occasione della presentazione del suo libro.
Galeotto fu un premio alla carriera assegnato ai Pooh all’Arena di Verona. Diretta televisiva Raiuno, Carlo Conti e Vanessa Incontrada i conduttori.
«Anche la pioggia ci mise del suo – ricorda per noi D’Orazio – eravamo dietro le quinte a ripararci, quale migliore occasione per pensare alla solita, complicata domanda confezionata dagli autori: “Progetti per il futuro?”; io che per indole se non spiazzo non mi diverto, mi dissi “Mo me butto…O’ dico…”».
Settant’anni suonati, cinquanta più o meno con i Pooh, in D’Orazio insistono ancora tracce di ingenuità.
«Non seriamente dannose, mi dico, allora, “Ma sì, stasera mi butto!”. Rullo di tamburi, i due conduttori rivolgono l’identica domanda a Roby, Dodi, Red e Riccardo, quinto Pooh nel frattempo arruolato per il cinquantennale. Risposte a raffica. Manco all’appello. Domandona, risposta: «Tiziana, tieniti libera per il prossimo 12 settembre, ci sposiamo!». La futura signora D’Orazio, ignara, stava vedendo un film: la scusa per tenerla incollata alla diretta, il parere su una giacca che indossavo, l’ho chiamata al cellulare e le ho detto di seguirmi: mi ha confessato che più di un fulmine a ciel sereno, la mia dichiarazione in eurovisione è equivalsa a uno scatenarsi degli elementi». La reazione della signora.
«Tanta era la gioia che per poco non strozzava il gatto che aveva fra le mani, così mi ha detto…Ne avevamo parlato così, diciamo di sfuggita, Spesso, prima di addormentarci Tiziana riprendeva l’argomento e io, molto cavallerescamente, mi voltavo dall’altra parte e fingendo di essermi addormentato di colpo…».
D’Orazio, tutto scritto nel libro “Non mi sposerò mai!”, anche consigli sul come approcciarsi al matrimonio, con rituali nel frattempo cambiati rispetto al passato: pranzo di nozze, numero di invitati, la celebrazione delle nozze e tutto il resto, che non è poco.
«Quella dichiarazione gliela dovevo, dieci anni di “sofferenza” al mio fianco: una decisione andava presa, nonostante fossi un esempio per amici e colleghi che di matrimonio non volevano saperne… Non tutti, però, erano di segno opposto: c’erano altri, infatti, che spingevano al “convolare”. Mi incoraggiavano a modo loro: “In caso di incidente, al tuo capezzale sarebbero ammessi solo parenti, dunque né fidanzate, né compagne!”. Questo sì che era un argomento. E io che pensavo che il matrimonio fosse solo carta bollata: invece, location, catering, flower stylist, beverage, wedding planner – ma non c’è nessuno che parli italiano, qui? – scambio delle fedi e “finché morte non vi separi”: ditemi se non è una bella prospettiva?».