Piero Romano, direttore dell’Orchestra Magna Grecia
«Alla radice di un rinnovamento culturale c’è lo studio: non c’è ricchezza senza rinnovamento». Venticinque anni di attività, fra gli ospiti: Michel Petrucciani, Chick Corea, Vladimir Askenazy, Christian Zimerman, Mischa Maisky, Katia e Marielle Labèque, Gonzalo Rubalcaba e tanti altri. «Pino Daniele l’ultimo tributo, ma che emozione il duetto di “Caruso” fra Lucio Dalla e Martinucci. Ora pensiamo all’indimenticato Luis Bacalov, dodici anni a Taranto, tanto che voleva comprare casa…»
Settembre 2018, l’Orchestra della Magna Grecia celebra venticinque anni di attività e successi. Non solo musica classica. Cartelloni invidiabili e spettatori che si fiondano da ogni parte dell’Italia e dall’estero, a Taranto, per assistere a un cartellone di concerti sempre importanti. Nella Città dei due mari e nella stessa Matera, città con la quale è stato creato un ponte culturale, in tempi non sospetti, il “MaTa”. Anche musica leggera che può coniugarsi con un’orchestra sinfonica. Testimoniato dal recente il successo di “Napule è”, progetto dedicato al grande Pino Daniele, nato lo scorso inverno e replicato anche nell’occasione estiva con risultati straordinari.
«E’ uno dei tanti progetti scaturiti all’interno dell’Orchestra della Magna Grecia impegnata nel valorizzare la musica popolare contemporanea e alla costante ricerca di quei cantautori italiani che possono essere espressi con suoni ed emozioni tipici di un’orchestra sinfonica; parlandone con Martino De Cesare e Maurizio Lomartire, abbiamo pensato di dedicare un programma musicale a Pino Daniele, una delle grandi voci del nostro Sud. Per una stranissima coincidenza, questo progetto si è allineato a una produzione cinematografica, il docufilm “Il tempo resterà” di Giorgio Verdelli. Abbiamo subito pensato di coinvolgere proprio Verdelli, autore e regista di fortunatissimi programmi Rai, all’interno di quello che stava diventando un progetto; una volta invitato, con nostra grande soddisfazione ha accettato di curare, coordinare e condurre le serate dedicate al cantautore napoletano. A dieci giorni dal debutto del tributo a Pino Daniele a Taranto, gradevolissima sorpresa: abbiamo appreso che il docufilm di Verdelli era stato premiato con il prestigioso Nastro d’Argento, qualcosa che tributava alla nostra iniziativa anche il beneficio di una promozione nazionale; proprio in virtù del riconoscimento tributato a “Il tempo resterà” abbiamo avuto una eco mediatica importante; invitati in un programma in diretta sulla Rai, abbiamo coinvolto artisti che hanno aderito entusiasticamente al tributo: Tony Esposito, Enzo Gragnaniello e il maestro Renato Serio; con il loro ingresso nel progetto, l’idea iniziale è diventata un grande evento».
L’Orchestra della Magna Grecia, la sintesi di venticinque anni fra nomi e progetti.
«Compito impegnativo, richiederebbe tanto, troppo tempo: mi limiterò a riassumere in breve un percorso iniziato cinque lustri fa. Potrei parlare di Michel Petrucciani, Chick Corea, Vladimir Askenazy, Christian Zimerman, Mischa Maisky, Katia e Marielle Labèque, Gonzalo Rubalcaba e tanti altri. Abbiamo avuto il privilegio non solo di ospitare, ma anche di affiancare a questi grandi artisti con il nostro gioiello: l’Orchestra della Magna Grecia; piccoli miracoli realizzabili solo con la collaborazione di tutti. Quelli appena elencati e tanti altri artisti, oggi rappresentano la nostra esperienza, la nostra memoria, la nostra forza, il nostro entusiasmo. Tutto ciò ha fatto in modo che l’Orchestra potesse capitalizzare queste esperienze rendendo più robusta la struttura dorsale di una grande istituzione – rappresentandola, ma soprattutto vivendola dall’interno posso assicurarlo a gran voce – diventata negli anni vanto di una città».
Passo indietro. Oltre alla musica classica, la celebrazione di grandi artisti italiani. Fra questi ultimi, Lucio Dalla.
«Abbiamo portato in scena le sue grandi canzoni, le sue grandi poesie musicali; una delle cose che porto nel cuore: la splendida “Caruso” cantata a due voci al teatro Orfeo di Taranto dallo stesso Lucio Dalla e Nicola Martinucci, tenore tarantino famoso in tutto il mondo: di quell’evento ricordo ancora una grande emozione.
Grande onore e soddisfazione, poi, umana e professionale, l’avere avuto per dodici anni in veste di direttore principale il grande maestro Luis Bacalov; pensate, il nostro territorio ha potuto vantare per così tanti anni la presenza di un artista di fama internazionale – premio Oscar per la colonna sonora de “Il postino” – che si è legato alla città di Taranto, l’ha vissuta: girando insieme per il Centro storico cittadino, mi aveva espresso il desiderio di comprare casa proprio lì, nel cuore della Città vecchia; ne abbiamo visitate di case, perché il maestro Bacalov aveva sinceramente espresso il desiderio di legarsi alla città di Taranto perfino attraverso un domicilio».
Bacalov, grande compositore e direttore d’orchestra, pare che a breve l’Orchestra prevede un tributo.
«Nella prossima stagione è prevista una dedica, diciamo anche anche più di una; difficile, infatti, rappresentare Luis Bacalov in un’unica serata; ha fatto tanta musica, arrangiamenti per gruppi rock, New Trolls, Osanna e Rovescio della Medaglia, musiche per bambini, una infinita serie di colonne sonore; la musica orchestrale, corale, che lui ha composto è stata un grande regalo al repertorio musicale internazionale. In questi dodici anni di attività a stretto contatto all’Orchestra della Magna Grecia ha insegnato tantissimo».
Lavoro estivo. Dietro le quinte, dietro la scrivania, qual è la sua modalità preferita?
«Mi piace relazionarmi con il nostro staff, sicuramente, ma preferisco il dialogo con rappresentanti le istituzioni e gli sponsor che sostengono i nostri progetti: spesso da un’idea può nascere un progetto; oggi avverto, forte, nuovo entusiasmo; da un lato, per esempio, “Matera 2019”, la città lucana nella quale l’Orchestra è di casa: siamo stati quelli, ante litteram, che per primi hanno creato un ponte culturale, appunto fra Matera e Taranto con il progetto “MaTa”; abbiamo messo in connessione le esperienze di due città che hanno grande vocazione culturale».
Un’anticipazione e una riflessione.
«Le anticipazioni ovviamente guardano sempre alla musica. Partono dalla tradizione e si rinnovano con una multidisciplinarietà che intendiamo portare sul palco, un tema che si rafforza di una crescita poliglotta, multilinguistica, oltre che, appunto, multidisciplinare: parlo di multilinguismo non a caso, ospite della cooperativa sociale “Costruiamo Insieme”. Per noi è stato importante aver studiato come altri abbiano influenzato, arricchito la nostra cultura; la faccio breve: vogliamo dimenticare gli studi sulla cultura africana svolti da Béla Bartok o quelli sulla cultura araba fatta dai nostri impressionisti? E’ sempre stato così, lo studio è alla radice di un rinnovamento culturale, non c’è ricchezza senza rinnovamento».