Il nostro ricordo di De Scalzi, leader dei New Trolls
«Abbiamo molte similitudini con la vostra città: il mare, il porto mercantile, perfino il siderurgico…», diceva. «Non ricordo altri abbracci così appassionati nei confronti miei e dei miei vecchi compagni. Dobbiamo tanto al grande Luis Bacalov e, oggi, all’Orchestra della Magna Grecia che mi ha invitato a ricordare un compositore immenso». Concerti all’Alfieri e in un teatro-tenda in viale Magna Grecia. Gli ultimi “sold out” all’Orfeo e all’Arena Villa Peripato

Foto Aurelio Castellaneta
di Claudio Frascella
Addio a Vittorio De Scalzi, scomparso domenica scorsa a settantadue anni. La cooperativa “Costruiamo Insieme” non dimentica. Il suo sorriso, il suo abbraccio, l’accoglienza di quattro nostri ragazzi che si videro proiettati in un teatro, l’Orfeo di Taranto, nella celebrazione di due miti insieme: Luis Bacalov, direttore principale dell’orchestra della Magna Grecia per dodici anni, uno dei più grandi compositori ed arrangiatori, Premio Oscar per la colonna sonora del film “Il Postino”.
Entusiasti di assistere a spettacoli teatrali, quando si è trattato di applaudire vere star della musica leggera e del rock, i “nostri” si sono spellati le mani tanto era l’entusiasmo nell’assistere al “Concerto Grosso” dei New Trolls portato in scena dall’Orchestra della Magna Grecia in una delle Stagioni orchestrali di successo. Era andata talmente bene quell’esperienza, che il direttore artistico dell’ICO, il Maestro Piero Romano, invitò daccapo il gruppo musicale di Vittorio De Scalzi, fra i protagonisti del cartellone Magna Grecia Festival promosso dal Comune di Taranto insieme con l’assessorato a Cultura e Sport.
Ci sono artisti che si legano, più di altri, a una città. Per mille motivi. Per affinità, magari perché le sue radici le ha affondate in una città portuale. Poi, come Taranto, negli Anni Sessanta aveva ospitato un siderurgico, l’allora Italsider, che nella Città dei Due mari, era di casa, così Genova, città di De Scalzi, aveva fatto altrettanto con “lo stabilimento”.
Capitano di una squadra di lungo corso, Vittorio De Scalzi, come dire “la storia dei New Trolls”, è stato più volte a Taranto: perché, ci spiegò, quando ami lo fai a tempo pieno. In una rassegna l’occasione era stata la celebrazione di un grande della musica italiana, Luis Enriquez Bacalov, Oscar per la colonna sonora dell’ultimo Massimo Troisi, “Il Postino”. Bacalov su invito del direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, Romano, aveva rivestito per dodici anni il ruolo di direttore principale dell’ICO, tanto da volersi perfino trasferire a Taranto.
Gli piaceva la Città vecchia. Quando passeggiava nell’Isola, Bacalov segnava spesso il passo. Si fermava, alzava il capo, fissava porte e portoni, alla ricerca di uno di quei cartelli con su scritto “Vendesi”. Voleva comprare casa in Città vecchia.

Foto Aurelio Castellaneta
NEW TROLLS, «GRAZIE»
Bacalov, fra i tanti meriti, aveva avuto anche quello di aver rivestito di musica barocca un gruppo musicale che già tanto aveva dato alla musica leggera italiana a partire dalla metà degli Anni Sessanta, fino ai primi Settanta: i New Trolls. Genovesi, come De André, che per loro aveva scritto i testi di “Senza orario senza bandiera”, album-debutto; come Gino Paoli, nato a Gorizia, ma genovese da sempre; come Luigi Tenco, uno dei cantautori più amati di quei tempi e prematuramente scomparso; come Paolo Villaggio, impiegato in una ditta dell’indotto-Italsider di Genova, che aveva costruito “Fantozzi”, il suo personaggio più famoso.
Bacalov e i New Trolls, mai divisi. «Io e i miei compagni di un tempo dobbiamo molto a Bacalov – ci aveva ricordato Vittorio De Scalzi, che cantava e suonava piano e flauto – era stato lui ad avere la geniale intuizione nell’arrangiare “Concerto grosso”, mescolando la musica barocca, quella seria, al rock progressivo: un milione di copie vendute! Con i New Trolls realizzammo un secondo album, ci difendevamo più che bene dagli attacchi della musica pop che incalzava a suon di 45 giri».
Prima il rock, poi il pop. «Prima della svolta collaborammo in studio e in tour con Ornella Vanoni, ai tempi di “Io dentro, Io fuori”: era il 1977, suonammo anche a Taranto». Teatro Alfieri, la Vanoni ebbe un enorme successo. Anche i New Trolls, all’epoca, avevano un loro appeal. «Fra il primo e il secondo spettacolo, durante una passeggiata in centro, cos’era via D’Aquino?, bene, fummo letteralmente assaliti da uno stuolo di fans: con uno slancio di affetto mai visto bloccarono perfino il traffico. Al pop arrivammo immediatamente dopo – proseguì De Scalzi – obbligati dalla bella vita che ci aveva riservato la popolarità di “Concerto grosso”; pensate come eravamo matti: avevamo guadagnato così tanto da montarci la testa, viaggiavamo su “Ferrari” e “Maserati”, difficile rinunciare a certi capricci; avevamo belle voci, ci facemmo due conti, così incidemmo “Aldebaran” e “New Trolls”, l’album della barchetta, e canzoni come “Quella carezza della sera” e “Che idea” che spopolarono».

Foto Aurelio Castellaneta
TARANTINI CHE PASSIONE!
Se ne accorsero anche i tarantini. «Per merito loro finimmo sul New York Times: era il 1979, eravamo da mesi in classifica. Gli organizzatori del nostro concerto a Taranto, affittarono il teatro-tenda di Nando Orfei che per l’occasione sospese gli spettacoli del suo circo: purtroppo gli operai impegnati quel giorno, pochi in realtà, montarono il palco in ritardo, così invece di due spettacoli fummo costretti a farne uno solo, a tarda sera. La gente rimasta fuori, con in mano il biglietto, era infuriata, la polizia faceva quello che poteva, quando Orfei ordinò ai suoi collaboratori di fare uscire gli elefanti: quei bestioni schierati all’ingresso scoraggiarono la gente e tutto rientrò».
Lo spettacolo andò in scena. «Facemmo un solo concerto, gente seduta sui gradini e appesa ovunque, dai pali ai tiranti del teatro-tenda; le agenzie di stampa ripresero la notizia pubblicata su un giornale locale (Corriere del giorno, ndr) e finimmo dritti su quotidiani e riviste musicali di tutto il mondo: “Nemmeno gli elefanti del Circo Orfei fermano i fans dei New Trolls!”, titolò il giornale: bella pubblicità. Ripensandoci, ci andò di lusso che non ci scappò il ferito. Taranto, però, la ricorderemo anche per i concerti al teatro Alfieri a metà Anni Settanta e al Tursport, momenti indimenticabili. Come indimenticabile, per i New Trolls, è stato Luis Bacalov al quale riconosceremo sempre buona parte del nostro successo». Nemmeno a dirlo, dopo un “sold out” invernale al teatro Orfeo, idem in estate nell’Arena Peripato. Ciao, Vittorio.