Teatro Orfeo, D’Orazio ricordato dai Palasport
Ospite Tiziana Giardoni, moglie del popolare batterista italiano. Sul palco Silvia Di Stefano, figlia dell’autore di “Pinocchio” e “Aladin”, e artisti pugliesi. Il resto della “macchina della musica”, Roby, Dodi e Red, in tre video toccanti per ricordare il compagno di centinaia di successi e concerti. Incasso devoluto all’Aido
Foto Aurelio Castellaneta
Lunedì 8 novembre, teatro Orfeo di Taranto. Settecentocinquanta posti a sedere, tutto esaurito. Biglietti acquistati online da Milano, Firenze, Napoli, Potenza, Cosenza, Catania.
Si avverte, netta, la sensazione che l’esclamazione più amata da Stefano D’Orazio, «Che meraviglia!», circoli nelle teste e nei cuori del Popolo dei Pooh. Difficile dimenticarlo. Il popolare batterista dei Pooh scomparso un anno fa era più di un musicista. Ha ragione Tiziana Giardoni D’Orazio, sua moglie, ospite della serata, quando sottolinea: «Stefano non era solo una persona straordinaria, per affetto, sensibilità e generosità; era anche un artista a trecentosessanta gradi come pochi: musicista, autore, scrittore, produttore, manager e tanto altro ancora».
D’Orazio al tempo dei Pooh aveva rinunciato a proposte di radio e tv nazionali. Contratti come autore e conduttore, per via della sua cultura, smisurata, e per la sua brillantezza. Tutte proposte cordialmente respinte: tutto incompatibile con il suo ruolo di Pooh a tempo pieno. Non sbagliava un colpo Stefano. Fosse stato un calciatore avrebbe fatto gol in acrobazia; ciclista avrebbe vinto a braccia alzate; come atleta per vistoso distacco.
Serata al teatro Orfeo organizzata dai fratelli Claudio e Pier Giuffrida, fondatori dei Palasport. Con Cosimo Ciniero e Lorenzo Ancona (l’altra metà dell’unica coverband nazionale insignita dagli stessi Pooh) oltre alla stessa vedova di D’Orazio, ospiti sul palco dell’Orfeo: la figlia del batterista, Silvia Di Stefano (nome d’arte in omaggio al popolare artista) e numerosi artisti pugliesi. Fra questi, Maurizio Semeraro, protagonista di musical firmati D’Orazio; Antonio De Santo, anima dei Terraross; Martino De Cesare, chitarrista di Gragnaniello, Eugenio ed Edoardo Bennato, Esposito; Egidio Maggio, turnista, chitarrista di Mariella Nava, Mimmo Cavallo, Mia Martini. E poi, Franco Cosa, Aldo Cosa (voce dei Vasconnessi), Giuseppe Di Gioia, Fabio Barnaba, proseguendo con la Scuola di teatro Orfeo, Michael White, Leo Tenneriello, Gaetano De Michele, Occhi profondi, Studio teatro danza, Frank Ferrara, l’Orchestra Tebaide.
Foto Aurelio Castellaneta
DOVE SONO GLI ALTRI TRE
Gli altri Pooh, Roby, Dodi e Red, hanno partecipato con contributi video. Durante lo spettacolo, grande emozione nelle parole di Roby Facchinetti (in via di allestimento “Parsifal – l’Opera”, scritta con lo stesso D’Orazio), Red Canzian e Dodi Battaglia. Gli “amici per sempre”, in una serata di grandi emozioni, insomma, hanno voluto far sentire tutto il loro affetto per Stefano.
Il ricavato del concerto andrà all’Aido, l’Associazione italiana donatori organi per cui l’artista romano era stato testimonial. All’evento è intervenuto Vito Scarola, vicepresidente nazionale Aido.
Tiziana Giardoni ha ringraziato i Palasport, organizzatori di una serata straordinaria. «Stefano è stato ricordato da una città, Taranto, che lo ha amato tantissimo, un affetto che lui in più occasioni aveva ricambiato e non solo tenendo concerti con i Pooh; il giorno dell’anniversario della sua scomparsa, il 6 novembre, ho annunciato la nascita di un’Associazione a lui dedicata: lo scopo sarà continuare a fare quello che lui aveva sempre fatto: aiutare ragazzi di talento a farsi strada nel mondo dello spettacolo».
Nel foyer del teatro Orfeo nel pomeriggio di lunedì scorso, Tiziana ha presentato anche “Tsunami”, libro postumo di D’Orazio. Moderatore, Claudio Frascella. «Stefano era un genio – ha spiegato – prendeva mille appunti, si segnava qualsiasi cosa, perché prima o poi quella noticina sarebbe diventata un’idea, un progetto: una canzone, un musical, un libro; mi leggeva capitolo per capitolo: non aveva ancora finito di scriverne uno, che era pronto già quello successivo; i suoi personaggi non erano solo un virgolettato, recitavano attraverso la sua voce, ogni sera: c’è tanto di lui in “Tsunami”, leggere questo libro sarà come compiere un passo avanti nella conoscenza di D’Orazio; non era solo un autore di canzoni e musical di successo, scriveva anche di libri di spessore: non aveva mai smesso di studiare, aggiornarsi su qualsiasi cosa che gli tornasse utile non solo nel suo lavoro, ma nella vita».
«Con “Ste’”, alla romana – ha raccontato Silvia Di Stefano – era un continuo confronto, voleva sapere qualsiasi cosa facessi: non prese bene il fatto che cantassi, entrare in questo mondo era complicato e lui non raccomandava nessuno; anzi, partiva per la sua Pantelleria, dove aveva casa; fu in una di queste occasioni che a sua insaputa partecipai al casting di “Pinocchio”: presa. Quando lo seppe andò su tutte le furie, poi ascoltò la mia voce e si convinse. Quanto ci manchi Ste’!».
Infine, i Palasport. Quattro ragazzi innamorati dei Pooh e delle loro canzoni, tanto da diventarne coverband. «Questa serata per Stefano – dicono Claudio e Pier Giuffrida, compagni di Lorenzo e Cosimo, gli altri due Palasport – ci sembrava il minimo: un atto dovuto. Per noi i Pooh sono sempre stati il complesso musicale di riferimento, la scomparsa di Stefano un grande dolore: lo avevamo incontrato nel 2006, a Ponte di Legno, in occasione della finale del primo e unico contest per coverband dei Pooh. Se abbiamo conseguito questo riconoscimento ufficiale, lo dobbiamo anche a lui: durante le prove, seduto in platea ascoltava e annotava pregi e difetti delle formazioni musicali in finale. E se nel tempo la nostra passione per i Pooh è diventata un lavoro, lo dobbiamo anche a lui».