Dopo più di venti anni, una manager si licenzia per inseguire un sogno
«Stanca di fare tagli al personale, ho rassegnato le dimissioni per dedicarmi alla produzione di saponi». Partenza incerta in estate, poi i primi risultati lusinghieri. «Da bambina ero affascinata dal lavoro artigianale che svolgeva un’amica di mia madre, poi un corso in Confesercenti, infine la realizzazione del mio piccolo grande progetto»
Stanca di licenziare, sgombera la sua scrivania di manager alla Fiat, dopo venticinque anni e si dedica al commercio. In particolare la produzione di saponi, dai mille profumi, una sua antica vocazione, fin da bambina. Corona il suo sogno da piccola e si toglie un grosso peso dallo stomaco. C’è un motivo che ha spinto Raffaella, manager impegnata nel settore Risorse umane, uno dei più strategici – specie in questi ultimi anni – all’interno di uno dei colossi automobilistici. Forse ha colto l’occasione per salutare, possibilmente anche per non mandare a se stessa una lettera di licenziamento o di mediazione per interrompere il suo rapporto di lavoro con la Fabbrica Italiana Automobili Torino (acronimo di Fiat, per quei tre che non lo sapessero).
Inutile nasconderlo, da tempo le vicende legate alla Fiat, alla produzione di auto che, in qualche modo fanno capo alla famiglia Agnelli, popolano le pagine dei giornali. Evidentemente non quelli che rientrano nei gioielli di famiglia, perché anche nella stampa la famiglia italiana più nobile nel campo automobilistico, ha fatto numerosi investimenti.
«LA FIAT TAGLIA…»
Si parla di delocalizzazione, trasferimento, anche già avvenuto, di fabbriche, ovunque capiti: in Europa, ma anche più lontano. Trasferimento significa, detto in breve, «…stiamo riqualificando l’azienda, previsti licenziamenti o trasferimenti». Qualche settimana fa uno dei rampolli della famiglia Agnelli si era fatto sfuggire una frase infelice, pare smentita, che somigliava a qualcosa come «…per chiunque fosse interessato a conservare il suo posto di lavoro, c’è l’occasione di essere collocati in una fabbrica in Polonia». A quali condizioni, non è dato sapere, di sicuro ad uno stipendio più basso.
Ma non tutti attendono il benservito, o se più elegante, il «prendere o lasciare». Raffaella, si diceva, non ha atteso che il rumore delle forbici con cui gli Agnelli “tagliano” si facessero sentire. Ha giocato d’anticipo. Così è stata più veloce di tutti, cogliendo in contropiede, in un colpo solo, colleghi e vertici aziendali. C’è una bella intervista pubblicata in questi giorni dal Corriere di Torino, inserto o “panino” (in gergo) del Corriere della sera. In questo servizio, l’ex manager Fiat rilascia una serie di dichiarazioni. Intanto raccontandosi.
«RISCRIVO LA MIA VITA»
«Sto riscrivendo la mia vita, dopo venticinque anni in Fiat e Stellantis – ha dichiarato pressappoco al giornalista a Nicolò Fagone – facendo carriera nell’ambito delle risorse umane; in questo percorso lavorativo ero diventata manager del personale: controllavo circa cinquecento dipendenti; detto che ho trascorso parte della mia vita lì dentro, devo tanto a chi mi ha assicurato un lavoro e uno stipendio, non mi sentivo più, come si dice, “la persona giusta al posto giusto”».
«Obiettivo principale di una delle società della galassia Agnelli-Elkann, Stellantis Italia – prosegue l’ex manager – oggi è quello di ridurre il personale, e non volevo passare il resto della vita a licenziare i dipendenti, così dopo una serie di riflessioni ho pensato di anticipare l’uscita dalla Fiat: me ne sono andata via io; ho preso il mio contratto, a tempo indeterminato, e rassegnato le dimissioni, senza avere ancora in mente di cosa fare una volta messo il piede fuori dalla Fabbrica». Raffaella, torinese, ha quarantanove anni. Ha lasciato il “posto fisso” per produrre saponi artigianali, grazie a un laboratorio ricavato nel cortile interno.
«SAPONI, CHE PASSIONE…»
«Riparto da una passione coltivata fin da piccola – dice la nuova imprenditrice – anche se non avrei mai immaginato che il mio sogno da bambina diventasse il mio lavoro; appreso qualche segreto da un’amica di mia madre, mi sono attivata: ero letteralmente affascinata dalle produzioni di questa signora; come ho iniziato è presto detto: da una bancarella ai mercatini, per testare un po’ prodotti e gradimento del pubblico: i primi sondaggi sono stati incoraggianti, così ho proseguito di intraprendere questa strada».
Raffaella, scrive il Corriere di Torino, ha frequentato dei corsi sull’imprenditoria, gestiti da Confesercenti, e poi ha aperto la Partita Iva ottenendo le certificazioni necessarie per esercitare questa sua nuova attività.
L’avvio, morbido, nel periodo estivo. Il decollo vero e proprio, in queste settimane. «Oltre al commercio al dettaglio ho stretto accordi con delle piccole strutture ricettive per la vendita all’ingrosso; tra queste anche con un noto albergo-ristorante nel cuore di Torino, la mia città alla quale ho voluto fare un omaggio: una serie di Toret, la nostra iconica fontana. Ci sono voluti mesi per creare la giusta forma al silicone».
Infine, Raffaella, entusiasta, libera da quei pesi di coscienza determinati dalle raccomandate da inviare e con cui si annunciano stop temporanei di rapporti di lavoro o, peggio, di licenziamenti, entra nel merito della sua nuova attività. «Per fare un lotto di saponi – spiega – ovvero 5 chili, ci vuole all’incirca mezza giornata, ma quando fai il lavoro che ti piace, la fatica non si sente. Un ringraziamento particolare lo devo a mio marito, mio principale sponsor: voleva solo vedermi felice. E così è stato».