Roberto Vecchioni contesta Springsteen in concerto a Ferrara
Le sue parole riprese dal programma televisivo e dalla rivista Rolling Stone. L’Emilia-Romagna era stata sommersa da un alluvione. Decine di morti, migliaia rimasti senza casa. «D’accordo dare lavoro a un po’ di operatori, tecnici, operai, ma durante lo spettacolo avrebbe dovuto ricordare le vittime e un intero territorio colpito da una sciagura senza precedenti»
«Perché Springsteen a Ferrara non ha fatto sapere che era con chi stava soffrendo?», ha detto il cantautore Roberto Vecchioni. Non è stato l’unico ad aver attaccato l’artista americano che aveva un contratto per un concerto a Ferrara, dunque Emilia Romagna, zona vessata da maltempo ed eventi luttuosi, e lo ha rispettato. Mettiamo le cose a posto, nel senso che The Boss – come viene chiamato l’artista di “Born to run” – ha fatto il suo, quello per il quale era stato posto sotto contratto. Poi sta all’artista, alla sua sensibilità, a quella di quanti gli stanno intorno, pronunciarsi, far saltare il concerto – complicato, a dire il vero, visto che si lavora mesi prima, fra prevendite e costi di promozione dell’evento – o pronunciarsi durante il suo “live” a favore di quanti sono stati colpiti dalla sciagura di un alluvione che ha spazzato le vite di decine di persone e le case di migliaia e migliaia di famiglie. Sarebbe stato sufficiente che Springsteen avesse impegnato un palcoscenico e la sua immagine – che avrebbe circolato in tutto il mondo – pronunciandosi a favore delle vittime dell’alluvione. Non si pretendeva beneficenza (questo, magari, lo avrà pensato qualcuno), ma almeno sensibilizzare la gente, fornire un conto corrente sul quale convogliare anche contributi simbolici. Niente di tutto questo.

COSI’ NON VA, BRUCE
Così il cantautore Roberto Vecchioni, che nelle scorse settimane ha perso un figlio, ha voluto dire la sua su un collega più famoso e celebrato. Lo ha fatto a modo suo, senza nascondersi dietro frasi politicamente corrette, spettinando i giochi. E consegnando la sua posizione circa la “non posizione” di Springsteen nei confronti degli abitanti dell’Emila Romagna, all’autorevole rivista Rolling Stone.
Il concerto di Bruce Springsteen a Ferrara era stato anticipato dalle proteste ambientaliste, scriveva il Rolling Stone. Motivo della protesta: la salvaguardia di faune ed ecosistemi, con l’aggiunta delle polemiche riguardanti la conferma dell’evento nonostante i gravi disagi provocati dall’alluvione. Come ogni sabato, ospite del programma Rai “Le parole”, Vecchioni ha criticato Springsteen. Motivo delle critiche mosse da parte del cantautore milanese verso Springsteen: il mancato omaggio alle vittime dell’Emilia Romagna durante la sua esibizione.
«Io che sono un centesimo di Springsteen – ha ripreso il Rolling Stone – probabilmente non avrei fatto il concerto, ma bisogna stare attenti a separare ideale e reale: l’ideale è che l’umanità è una gran cosa meravigliosa, sopra a tutto, e quindi sarebbe stato un gran bel segno rimandare il concerto; il reale è un’altra cosa: sono quelle decine e decine di migliaia di persone che volevano vedere passare il re».

E NON FINISCE QUI
La polemica prosegue, Vecchioni fa un esempio. «Come nei racconti di Kafka – dice – il re sarebbe passato una volta sola nella vita, potevano vederlo solo in quel momento, sapendo che si poteva fare perché era abbastanza lontano; c’erano centinaia di persone che avevano lavorato, avrebbero guadagnando i soldi forse di un mese, due mesi, operai: alla fine la scelta è anche accettabile; quanto non è accettabile, invece, è non sapere in che realtà sei».
«Me lo sarei aspettato dall’ultimo rocker del mondo – conclude Vecchioni, ripreso dalle colonne di Rolling – ma non dal più grande, il più grande per cuore e per anima; lui che ha sempre detto che l’umanità è tutta uguale, che il dolore è per tutti: bene, avrebbe potuto far capire non solo all’inizio del concerto, ma anche ogni tanto, canzone per canzone, che era con chi stava soffrendo». Né più, né meno, aggiungiamo noi.