Emar, dieci anni, palestinese, salva un cane bersagliato da un lancio di pietre
«È emozionante essere testimoni di come una bestia di strada, ferita, tiri fuori il meglio dalle persone, indipendentemente dall’età, dalla nazionalità e dalla religione», commenta un portavoce di Animal Heroes. Il piccolo soccorritore aveva salvato quell’amico peloso preso a sassate. «Sotto osservazione per due giorni, non guariva da quelle ferite così vistose, così ho chiesto aiuto»
Dieci anni, palestinese, Emar non può che essere contrario a qualsiasi guerra. Specie quella che sta interessando la sua terra nel cruento scontro con Israele. Uno che, come lui, ama così tanto gli animali da mettere a repentaglio la sua vita, non può essere a favore di qualsiasi conflitto, qualsiasi ne sia il motivo.
Soccorre un cane, rifugiatosi in un angolo, ridotto quasi in fin di vita. “Lo hanno bersagliato con un lancio di pietre – dice il piccolo soccorritore – come fosse un nemico da abbattere: ma come può, quella povera bestiola, impaurita da colpi di cannone e bombe che esplodono a qualsiasi ora, sfidare chiunque si trovi sul suo cammino”.
Quel cane che Emar sta seguendo, è tornato nello stesso buco dal quale era sbucato nell’intento di trovare qualcosa da mangiare, da mettere sotto i denti. Magari trovare qualcuno come quel ragazzino di appena die dieci anni che si muovesse a compassione e lo soccorresse. Invece di trovare cibo, trova la cattiveria umana: invece di scappare, pensare ad ad altro, a qualcuno viene in mente uno dei giochi più stupidi del mondo: lanciare sassi. Ma non il più lontano possibile, no; lanciare sassi con lo scopo di colpire un bersaglio, meglio ancora se in movimento. “L’ideale – commentano i soccorritori di Animal Heroes, un’associazione a cui “salvatori” segnalano bestie che necessitano di cure – per questa gente senza cuore, è un animale che scappa senza una meta, meglio se impaurito; così succede con questa povera bestiola che abbiamo soccorso”.

«ORA SONO PIU’ TRANQUILLO»
Emar adesso è appena più tranquillo. Il “suo” cane, soccorso per strada, non sta meglio, ma di sicuro c’è chi se ne prenderà cura. “E’ pieno di sangue, di ferite che invece di guarire, sanguinano, ma adesso, almeno è in buone mani: mani sicure che non gli risparmieranno cure e, soprattutto, carezze”, ammette il piccolo eroe.
Attorno a lui, scrive “La Stampa”, quotidiano molto vicino alle storie di animali. Vi segnaliamo una bella rubrica, “La zampa”: quando avete voglia di passare il tempo a documentarvi su argomenti sul come accudire un gatto, un cane, assistere una povera bestia, bene, cliccate su questo sito.
Dunque, il clima nel quale si dibatte Emar è l’inferno creato dagli uomini: una guerra che non si sa nemmeno perché sia scaturita. Magari sarà il solito motivo sciocco, legato all’orgoglio politico, a vecchie ruggini, posizioni religiose, che in apparenza sembrano morte e sepolte. E, invece, si ripresentano in modo ciclico.

«IN SALVO, NONOSTANTE LE BOMBE»
Tutto questo clima, secondo quanto segnala “La Stampa”, non ha evitato che Emar, il piccolo palestinese di dieci anni, si disinteressasse quando ha trovato un cane ferito in strada. E così, non volendo, ha indossato gli abiti del “piccolo eroe”, agganciando una squadra dei volontari di Animal Heroes e accompagnandola sul posto perché si prendessero cura del povero randagio sanguinante.
«Poverino, lo hanno colpito con delle pietre – rivela ai soccorritori, aiutandosi a gesti per farsi comprendere – così mi sono preso cura di lui per un paio di giorni; pensavo che poco per volta si rimettesse in sesto, invece le ferite non guarivano: per questo motivo ho chiesto aiuto ai volontari italiani dell’organizzazione internazionale Animal Heroes presenti nei territori palestinesi: il loro obiettivo è quello di salvare le migliaia di animali feriti, abbandonati, feriti o in grave difficoltà a causa del conflitto tra Israele e Hamas».
Ora, il randagio, trasferito dalla squadra in una clinica veterinaria locale, sarà sottoposto a un intervento chirurgico in Israele, dove hanno mezzi idonei per prestare le cure necessarie. I volontari israeliani aspettano i colleghi di Animal Heroes. «È emozionante essere testimoni di come un cane di strada ferito tiri fuori il meglio dalle persone, indipendentemente dall’età, dalla nazionalità e dalla religione – commenta un portavoce di Animal Heroes – siamo in una situazione paradossale: palestinesi e israeliani collaborano insieme per salvare gli animali e per qualche minuto si dimenticano della guerra. Fosse sempre così, bastasse lo sguardo di una povera bestiola a convincere l’uomo sul valore della vita».