Cinque morti, un sesto è grave, a Palermo
Avrebbero dovuto realizzare lavori di manutenzione per conto dell’Azienda municipalizzata di Palermo. Tutto sarebbe accaduto in pochi istanti. Prima tre operai si sarebbero calati nella fogna sottostante. Poi altri due colleghi, infine un sesto rimasto gravemente intossicato. Il cordoglio del presidente Sergio Mattarella, siciliano anche lui
Un’altra strage sul lavoro. Anche questa, è la prima sensazione per quanti avevano effettuato il primo sopralluogo sul posto dove lunedì sera cinque operai, penetrati in un sotterraneo a Casteldaccia, provincia di Palermo, hanno perso la vita. Per loro non c’è stato niente da fare. Un sesto collega, apparso subito grave e trasportato d’urgenza in ospedale, aveva già aspirato quanto era stato fatale istanti prima ai colleghi penetrati all’interno della stazione di sollevamento, durante l’opera di manutenzione di una rete fognaria.
Un dramma che ne insegue un altro e un altro ancora. Non si ferma la strage di morti sul lavoro. A volte di gente sottopagata, altre volte di operai senza indossare quegli elementi indispensabili sul posto di lavoro a tutela della propria incolumità. Della propria salute, come nel caso di quei cinque poveretti che potevano essere anche equipaggiati di tutti gli strumenti per affrontare il pericolo, ma che evidentemente hanno sottovalutato quanto sarebbe potuto accadere. Così raccontiamo un altro dramma. Affranto per quanto accaduto vicino Palermo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche lui siciliano. «E’ l’ennesima, inaccettabile strage sul lavoro – ha dichiarato – ripropone con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte».
NON DOVEVANO “SCENDERE”
L’appalto dei lavori assegnato alla loro società, la “Quadrifoglio”, prevedeva che l’aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Questo spiegherebbe il fatto che nessuna vittima indossasse una mascherina o un “gas alert”, uno di quei dispositivi-salvavita che misurano la concentrazione del gas che poi li ha ammazzati.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia Ansa, tutto sarebbe accaduto in pochi istanti. Tre operai si sarebbero calati nel locale sottostante la fogna, ad un’altezza di cinque metri. Qui avrebbero dovuto realizzare lavori di manutenzione per conto dell’Amap, Azienda municipalizzata di Palermo.
Tutto è accaduto in pochi attimi. Le prime tre vittime, non appena hanno compiuto qualche scalino nella “discesa della morte”, si sono sentite male. Hanno subito perso i sensi. Entrano in scena le altre due sfortunate vittime. Una volta data voce ai tre compagni di lavoro, gli altri due colleghi sono scesi nel tentativo di raggiungerli. Niente da fare, anche loro restano intrappolati: l’idrogeno solforato, un gas che non perdona – per giunta dieci volte superiore al limite di sopportazione, li ha subito stesi.
IL SESTO, MIRACOLATO
Il sesto dipendente della “Quadrifoglio”, ancora all’esterno, a sua volta ha provato a prestare – per quanto possibile – di prestare soccorso ai colleghi. E’ così sceso anche lui, ma ha avuto una sufficienza dose di riflessi: dopo aver respirato quel gas fatale, è riuscito appena a risalire in superficie. Svenuto, è stato subito soccorso. Trasportato d’urgenza in ospedale, le sue condizioni sono appare immediatamente gravi.
I vigili del fuoco, intervenuti con tre squadre, insieme con alcuni volontari, hanno recuperato i cinque corpi degli operai insieme con la squadra–sommozzatori che si è immersa nella melma della vasca. «Ci sono indagini in corso – ha dichiarato alla stampa Girolamo Bentivoglio Fiandre, comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Palermo – posso solo dire che i cinque operai non avevano le maschere di protezione e quando li abbiamo recuperati, nonostante i tentativi del personale sanitario di rianimarli, questi erano già deceduti».