Christian De Sica si scaglia contro chi ostenta una ricchezza vera o presunta

«Foto uguali, selfie di discoteche, sempre le stesse, i tuffi dai motoscafi che hanno preso facendo debiti». Pessimo esempio, condividono le critiche dell’attore romano, Massimo Boldi e Iva Zanicchi

Foto Repubblica

Foto Repubblica

L’altra sera, in tv, hanno ridato “Sapore di mare”, film di Carlo Vanzina. Un successo dell’83. In quel film che segnò un lungo periodo di citazioni dei “Favolosi anni 60”, Christian De Sica interpretava il figlio di un uomo ricco, genitore che risolveva con un colpo di spugna tutti i debiti del suo ragazzo. Una figura come tante, si vedono ancora a Forte dei Marmi.

Qui, De Sica, in una dei suoi ruoli più misurati, è un bel cafone. Mostra la sua compagna, bella, affascinante, per stuzzicare l’invidia dei suoi amici; poi, una volta in un locale alla moda, schiocca le dita, e offre champagne per tutti, “tanto paga papà”.

Bene, stavolta Christian, proprio per cognizione di causa, avendo tratteggiato uno sbruffone di quegli anni, parla dei nuovi sbruffoni. Quelli dei social, gli o le influencer, che si rincorrono per postare prima della concorrenza immagini sempre più uguali a se stesse.

«Ma certe persone – ha detto De Sica al Corsera – non si sono rotte le palle di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo debiti?».

TORNANO GLI ANNI DI PLASTICA

Gli Anni 80, quelli di plastica in cui si ostentava ricchezza a go-go, tanto che anche quella fasulla andava bene, sono tornati. Colpa dei social che hanno omologato qualsiasi cosa sia trendy, tanto in Versilia, quanto in un qualsiasi altro litorale.

Per sbottare, fare pelo e contropelo al popolo del web, l’attore lo fa proprio attraverso un social, Instagram, una delle vetrine più ricercate dagli zero ai novantanove anni. «Possibile siate diventati così cafoni?».

E’ questa la domanda posta dal re dei cinepanettoni, protagonista di “Vacanze di Natale”, “Natale sul Nilo”, “Vacanze di Natale a Cortina”, per fare dei titoli. Pellicole interpretate con Massimo Boldi. Molto spesso amate, talvolta criticate, per quel tipo di comicità con la quale gli italiani venivano rappresentati tra vizi e virtù.

Le osservazioni forti non sono mai mancate. Per alcuni, come giustamente scrive il Corriere della sera, il filone dei cinepanettoni ha esaltato gli eccessi, ha alimentato una superficialità tutta italiana alla quale mancano i valori. Una realtà che De Sica ha sempre riconosciuto sul set come nel quotidiano.

Sulla sua pagina personale, Christian De Sica si è, insomma, chiesto se certi individui non siano stanchi di pubblicare ciò che mangiano, ballano, stretti sulle mattonelle delle discoteche, sempre più uguali le une alle altre. Stretti, guancia a guancia, sottolinea l’attore, quando in realtà si odiano. E che palle i tuffi dai motoscafi di lusso.

Foto YouMovies

Foto YouMovies

BOLDI E ZANICCHI, D’ACCORDO

Nel corso della propria attività, Christian ha interpretato ruoli nei quali esaltava l’italiano medio, gli uomini dell’alta società e dall’aspetto raffinato, salvo poi sfoderare l’altra parte della loro personalità da sciupafemmine o di gente caciarona e indisciplinata, tanto da sgranare una lunga teoria di parolacce in romanesco.

Tante scene che funzionavano e strappavano risate. Lontano dal set, però, l’attore manifesta disapprovazione l’ostentazione esagerata, fino a rivelarsi intollerabile.

Dopo lo sfogo su Instagram di Christian De Sica contro gli influencer che, secondo l’attore, non fanno altro che ostentare le proprie vacanze tra barche e lusso sfrenato in modo “cafone”, è arrivata la solidarietà di Iva Zanicchi e Massimo Boldi. «Christian ha ragione: a basta con tutti questi selfie – hanno detto l’attore milanese e la cantante emiliana – vuoti come una camera d’aria: capisco chi ne fa sfoggio, spesso per ottenere consensi sul web, ma a noi fanno più paura quelli che “linkano”, mettono i “mi piace”, perché prendono questi influencer come un esempio da seguire». Vogliamo dare torto a Christian e soci?