Interruzione tecnologica, mezzo mondo in crisi, sbuca una “fake news”
Per una intera giornata migliaia di persone senza voli, una disperazione esagerata. Microsoft prova a spiegare cosa è accaduto, fornisce massima assistenza. E uno smascheratore di “notizie fasulle” che fa? Si autoaccusa, così, per gioco. Felice lui…
Ci stiamo ancora leccando le ferite su quanto accaduto pochi giorni fa a proposito dell’interruzione tecnologica globale, legata, pare, a un aggiornamento software di “CrowdStrike” ha colpito circa otto milioni e mezzo di dispositivi Microsoft. E mentre lo facciamo, ci accorgiamo che qualcuno, un matto scatenato, uno di quelli che smascherano fake news di statura planetari, per scherzo si è addossato la colpa di quanto accaduto.
Una notizia che ha gettato la gente nel panico, considerando che dopo quanto accaduto, sono in tanti, ora, a non avere più tanta fiducia nella tecnologia a cui, prima o poi – meglio prima – bisognerà porre un freno, altrimenti andremo incontro al finimondo. Non vogliamo nemmeno avventuraci in possibili scenari, ci vengono i brividi solo a pensarci.
Questo tizio, che ha assunto il nome di Vincent Flibustier (da filibustiere, evidentemente) si cela un noto debunker belga, non certo un nuovo dipendente di “Crowdstrike”, ha scritto nei giorni scorsi a proposito di questa fake news la redazione del fatto quotidiano.

IL FATTO, FU QUESTO…
La sua specializzazione, ha scritto il quotidiano di Marco Travaglio, sarebbe proprio la lotta alle fake. Sarebbe stata proprio questa sua mania ad averlo portato a fondare un sito d’informazione satirica con l’obiettivo di smascherare una fake news dimostrando che si può veicolare una qualsiasi notizia senza lo stretto controllo della fonte.
Ma cosa era accaduto ore e ore prima che avvenisse il “crash”. A chiarire i fatti che hanno gettato nello sconforto migliaia di passeggeri, rimasti a terra perché non si capiva più nulla sulle tratte che i mezzi di trasporto avrebbero compiuto, è stata la stessa Microsoft. Prima ne ha dato notizia, poi ha divulgato un aggiornamento anche se, specifica l’azienda, non si è trattato di un incidente Microsoft. Certo è che ha avuto un impatto sull’ecosistema aziendale tanto da gettare nello sconforto otto milioni e mezzo di interessati dall’“interruzione tecnologica”. Un’inezia, se si pensa che questi oltre otto e passa milioni rappresentano un’inezia, addirittura l’1% di tutte le macchine Windows.

CHIAMALO “DISGUIDO”
Dall’inizio dell’evento – così chiamano il grave disguido – Mcrosoft ha mantenuto una comunicazione continua con i suoi clienti, attraverso “CrowdStrike” e sviluppatori esterni per raccogliere informazioni e accelerare le soluzioni. L’azienda ha riconosciuto il disagio che questo problema ha causato alle aziende e alla routine quotidiana di molti individui. Ora, l’obiettivo è quello di fornire ai clienti guida tecnica e supporto per riportare online in sicurezza i sistemi interrotti.
Così il colosso tecnologico ha prima spiegato quanto accaduto, poi messo a disposizioni – si legge nella nota principale Microsoft – centinaia di ingegneri ed esperti per collaborare direttamente con i clienti a ripristinare i servizi. Ha, inoltre, collaborato con altri fornitori di servizi cloud e parti interessate, tra cui Google Cloud Platform e Amazon Web Services, per condividere lo stato della situazione. Tutto è andato al suo posto, tanto che l’azienda ha infine assicurato assistenza 24 ore su 24, fornendo a quanti ne hanno fatto richiesta, supporto continuo.
Ma quel filibustiere intervenuto a caldo, dopo il terremoto tecnologico. Premesso che non era stato lui a provocarlo, ha comunque cavalcato una notizia falsa cavalcandola come se fosse una delle sue fake news fino a ieri debellate.

“SONO STATO IO!”
E, invece: “Sono stato io a causare il blackout Microsoft, era il mio primo giorno di lavoro; ora mi hanno licenziato”. Questa la prima panzana di Vincent Filibustier, che ha ingannato milioni di persone. Tutto parte dalla domanda che scatena tutto il suo ragionamento a tratti cervellotico: “Oggi ho rotto Internet, che lezione ne possiamo trarre?”.
Senza portarla tanto per le lunghe, il Fatto conclude, pressappoco, con un “Missione raggiunta” e una cascata di cifre. Quarantacinque milioni di visualizzazioni, quattrocentomila mi piace, quarantamila retweet e tremila commenti. Insomma, una controfake. Un bel successo, solo che adesso il Filbustier, attenzione “omen nomen”, avrà perso una certa credibilità con i suoi sostenitori. A partire dalle sue prossime considerazioni, i suoi iscritti vorranno capire se quelle notizie sono sassolini o pepite. Beh, il nostro ha voluto quei cinque minuti di popolarità di cui Wharol aveva spesso parlato, adesso se li tenga stretti.