Quindici anni e il saluto nazista durante l’inno di Mameli

Russo, campione di kart, corre con licenza italiana, dal podio sfodera braccio teso e sorriso in un gesto eloquente. Il suo team lo licenzia in tronco: «Ci vergogniamo profondamente per il comportamento del nostro pilota: meditiamo il suo licenziamento»

Due volte la mano sul cuore, poi il braccio teso. E’ un inequivocabile riferimento al saluto nazista. A compierlo è un giovane pilota russo, Artem Severyukhin, kartista di quindici anni, al quale verrà anche da ridere mentre compie quel gesto fuori da ogni grazia, ma è un atteggiamento talmente spregevole da essere condannato senza “se” e senza “ma”.

La sceneggiata, il giovane Artem, la interpreta mentre viene intonato l’inno nazionale italiano. Il video della doppia, infelice performance – scrive Il Messaggero – diffuso da Nexta tv, emittente di opposizione bielorussa, che trasmette dalla Polonia, fa esplodere il caso mediatico. Difficile cercare di capire cosa sia passato per la testa del biondo kartista, che corre con licenza italiana (da qui l’esecuzione dell’inno di Mameli) per “Ward Racing”, un team svedese. Un gestaccio, non c’è altra parola, un saluto nazista mentre l’esercito di Putin continua a mietere vittime su vittime con lo scopo di «de-nazificare», così dicono, l’Ucraina.

Tutti questi elementi vengono manifestati a Portimao (Portogallo), dopo la gara di kart vinta da Severyukhin. Ma la storia non finisce lì. Anzi, è solo il primo passaggio di una bufera conduce dritto al licenziamento anche del team svedese che segue il giovanissimo pilota russo e dall’annuncio dell’Aci (Automobile club Italia) di provvedimenti, a cominciare dalla revoca della licenza di guida concessa nel nostro Paese.

Foto Urban Post

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QUINDICI ANNI, UNA FOLLIA

Il quindicenne pilota di kart paga salato quel braccio teso, che ha attirato l’attenzione della Federazione internazionale dell’automobile (che organizza, fra gli altri, il “Karting European Championship”), dell’ACI provocando grave imbarazzo in Svezia. L’ACI vede in quel gesto compiuto da Artem un comportamento deplorevole con un procedimento disciplinare d’urgenza che all’autore della guasconata potrebbe concludersi con il ritiro della licenza.La posizione del “Ward Racing”, il team svedese, è ancora più dura sui social: «Ci vergogniamo profondamente per il comportamento del nostro pilota, tanto da meditare in queste ore di porre termine al suo contratto per le gare, non ritenendo più possibile continuare a collaborare con lui».

Dura, pertanto, la condanna nei termini più netti possibili del gesto, che non rappresenta in alcun modo punti di vista e valori di “Ward Racing”, che ricorda al suo giovane pilota, ma anche agli strumenti di comunicazione che ospita tre famiglie ucraine. «Siamo orgogliosi del nostro Paese – riporta in un articolo Il Messaggero, che racconta l’intera vicenda – che ha preso la storica decisione di inviare armi all’Ucraina per combattere contro l’esercito russo».

Foto Corriere.it

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COME IVAN KULIAK

Non è il primo grave atto consumato da un giovane russo diventato di colpo popolare grazie ad attività sportive. La posizione assunta dal biondo kartista ci riporta a quella del ginnasta russo Ivan Kuliak. Kuliak, come Severyukhin, rischia la squalifica di un anno dalle competizioni per aver indossato, durante la premiazione della gara di Coppa del mondo di ginnastica in Qatar di inizio marzo, la canottiera con al centro una “Z”, lo stesso simbolo che i militari russi hanno dipinto sui loro mezzi corazzati e da trasporto con i quali hanno invaso l’Ucraina. Non si può parlare di una leggerezza. Si tratta di atti sicuramenti studiati e sostenuti da ragionamenti, se poi queste provocazioni vengono manifestate davanti a milioni di persone. Gesti di grave follia, specie se a compierli sono dei ragazzi, che dovrebbero pensare ad altro, ad allenarsi per esempio; a socializzare con altri coetanei per alzare il livello intellettuale condannando qualsiasi regime totalitario e, soprattutto, invasioni ed eccidio di popolazioni civili indifese. Lo sport è un’altra cosa.