Papa Francesco nella sua ultima enciclica cita i panzerotti di casa nostra

Una delle tante leccornie pugliesi finisce nell’enciclica Dilexit nos (Ci ha amati). «L’intelligenza artificiale non potrà mai ispirarsi a una forchetta che fa i bordi a una simile bontà»

 

Che Papa Francesco fosse ingolosito dalla cucina pugliese, non ci era affatto sfuggito. Nelle sue visite nella nostra regione aveva avuto modo di lasciarsi quasi “tentare” nel commettere peccati di gola. Lo stesso pontefice aveva giustificato questa sua tentazione come “debolezza umana”. «Anche il Papa ha le sue debolezze, in fatto di cucina: in Vaticano mi mettono a dieta, come fossi assistito da un famacista, ma quando posso eludere una sorveglianza e fare rientrare l’assaggio delle bontà della cucina pugliese nel protocollo, lo faccio un po’ anche apposta ed è proprio lì che ne approfitto: per tornare a fare dieta c’è sempre tempo».

E devono essergli rimasti talmente impressi quei panzerotti, tanto che alla prima occasione – ma ci piace pensare che in Vaticano avesse già chiesto di procurarsi una ricetta – ecco che quella pallina di pasta lievitata, prima lavorata, poi stesa e, infine, riempita di bontà, dalla mozzarella al pomodoro, viene citata. E non durante una normale chiacchierata sulla cucina in uso nel Tacco d’Italia, ma addirittura nell’Enciclica. Parole registrate e riportate in mezzo mondo, a partire dalle agenzie, a cominciare da quella italiana più autorevole, l’Ansa, proseguendo con Repubblica, fino ad interessare il più autorevole organo d’informazione del settore gastronomico come Il Gambero Rosso.

 

 

MICA MALE COME INTRODUZIONE…

Anche l’incipit è degno di una così alta celebrazione. Lo spunto, al nostro Pontefice, glielo dà la tanto “celebrata” Intelligenza artificiale a cui la Chiesa, evidentemente, è contraria. I panzerotti come metafora, dunque. «Ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio – dice Papa Francesco – quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che continua a succedere in ogni angolo del pianeta. Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne…».

È questo passaggio della nuova enciclica di Papa Francesco, “Dilexit nos” (“Ci ha amati”, l’essenza dell’amore di Dio), in cui è citata una delle più note specialità gastronomiche pugliesi. Il Pontefice fa riferimento ai panzerotti nella parte, si diceva, dedicata alla intelligenza artificiale. Sigillare il panzerotto con la forchetta è per Bergoglio «quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro; una gestualità che non potrà mai stare tra gli algoritmi, perché questa – in buona sostanza – si appoggia sulla tenerezza che si conserva nei ricordi del cuore».

 

 

…E NEMMENO LA CHIUSURA

«L’immagine di Papa Francesco con un piumino bianco alla moda – scrive Il Gambero Rosso – ha fatto il giro del mondo. Era l’ennesimo falso ad opera dell’Intelligenza artificiale, che torna protagonista nel documento indirizzato dal Papa ai vescovi di tutto il mondo: «Sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo», dove sottolinea la necessità, «in questo mondo liquido, di parlare nuovamente del cuore».

Papa Francesco evidenzia i limiti dell’IA. «Nell’era dell’intelligenza artificiale – dice Papa Francesco e il portale Gambero Rosso lo riporta – non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore; ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio, quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta. Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro». Panzerotti pugliesi fritti, pomodoro e mozzarella e così sia. Senza voler allegramente mescolare sacro con profano, beninteso.