Aggrappati ad una speranza
Ci sono vari modi di interpretare le cose e diverse strade per rincorrere un sogno. Fra ottobre e novembre la polizia tedesca ha intercettato 180 migranti che hanno varcato il confine mettendo ancora una volta a rischio la vita. Dopo l’intensificarsi dei controlli e la chiusura delle frontiere, i migranti varcano il confine in treno non comodamente seduti o nascosti nei vagoni merci, ma aggrappati al tetto dei vagoni con la grande probabilità di cadere rovinosamente o di toccare la linea elettrica rimanendo folgorati. Pochi giorni fa, un ragazzo eritreo di 17 anni è morto nella stazione di Bolzano travolto nel tentativo di aggrapparsi ad un treno merci diretto al Brennero dopo che un’altra migrante era stata risucchiata da un treno sempre sulla stessa linea ferroviaria poche ore prima. Il Direttore della Caritas altoatesina ha commentato così queste morti: “La morte di Abiel sui binari della stazione di Bolzano è un segno da cogliere. L’Europa e il mondo ricco rispondono a questa sfida con l’incapacità di assumersi e di distribuire le responsabilità, intensificando i controlli ed erigendo barriere che dividono il mondo in uomini di serie A e uomini di serie B”.
Intanto, in questi giorni, viene riportata alla memoria la tragedia dell’aprile 2015 quando un barcone con settecento persone a bordo si inabisso nel Mediterraneo portando con se sul fondo del mare quasi tutti: solo 28 furono i superstiti e le loro testimonianze indussero il Governo italiano a finanziare le operazioni di recupero del relitto adagiato a più di trecento metri sul fondo del mare. Il recupero del barcone ha posto il mondo intero di fronte ad una immagine agghiacciante: centinaia di bambini ancora chiusi nella stiva stretti nell’ultimo abbraccio alla mamma.
Quella tragedia è stata raccontata in un cortometraggio dal titolo Come è profondo il mare: un film documentario crudo, privo di commenti per lasciare spazio al sonoro originale e con immagini raccapriccianti di corpi mummificati o ridotti a scheletro. Il film contiene anche immagini di altri naufragi con un identico filo conduttore: bambini morti e corpi restituiti dal mare riversi sulla spiaggia.
Il barcone recuperato è quello che il Governo italiano aveva proposto di esporre nei pressi del Parlamento Europeo per mantenere viva l’attenzione su quello che ogni giorno succede nei nostri mari.
La Ministra della Difesa Pinotti, che ha visto il film in anteprima (è stati il suo Ministero a guidare le difficili operazioni di recupero del relitto) ha commentato: “Solo dopo quel disastro l’Europa cominciò a muoversi. Ma adesso troppi egoismi nazionali, che contestano la suddivisione delle quote, fanno perdere di vista uno dei valori fondanti della dimensione europea. Cioè il rispetto per la vita umana”.