Sergio Mattarella, la scossa

«Non rivolgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti». Il rispetto della donna (118 femminicidi), quello dei giovani. Questi alcuni dei passaggi del discorso di fine anno del Capo dello Stato. Intanto il 2024 comincia con un’altra donna ammazzata

 

Solidarietà e diritti, sono queste le parole sulle quali si incentra il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fra questi, un richiamo a quell’umanità della quale era piena il discorso presidenziale: «Affermare i diritti significa anche non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti». Guardare ai migranti per guardare avanti, a un futuro insieme, perché le risorse per crescere, non solo mentali, non sono mai sufficienti.

Mancano ancora i diritti, quelli sacrosanti; le cure per quei malati che avrebbero bisogno di un’assistenza adeguata; quanto fa il paio con gli anziani che mancano di assistenza, non solo quella medica, ma anche quella dei familiari; il lavoro sottostimato, i giovani – parole dello stesso Presidente – «sottopagati, disorientati, inascoltati»; i femminicidi, sciagura del 2023 che, però, viene da lontano, dal senso di possesso degli uomini, che arrivano all’omicidio purché quella donna, se non è sua, non diventi di altri. E, ancora, i tempi delle liste d’attesa in Sanità, inaccettabilmente lunghi, per non dire dei costi degli alloggi universitari: improponibili».

E per finire. «I tanti che eludono le tasse e quasi se ne vantano invece di essere “orgogliosi” di contribuire allo sviluppo del Paese», parole del Capo dello Stato nel discorso di fine anno.

 

 

CENTODICIOTTO MARTIRI!

Ma il 2023, si diceva, lo ha ricordato lo stesso Mattarella, è stato l’anno dei femminicidi, una vera sciagura. Sono state centodiciotto le donne uccise dall’inizio dello scorso anno, un vero bollettino di guerra. Come spesso accade, una volta sfumata l’onda emotiva di funerali, manifestazioni con i capo un numero elevato di fiaccolate, e l’indignazione del momento, è il caso di non dimenticare quanto di delirante sia accaduto lo scorso anno, dallo stupro di Palermo a quello di Caivano.

Diciassette anni. Così giovane, Michelle Maria Causo, massacrata nel quartiere Primavalle a Roma. Il suo corpo chiuso in un sacco dell’immondizia, per dire quanto bestiale fosse la furia dell’assassino, abbandonato tra i rifiuti. Giulia Tramontano, settimo mese di gravidanza. Giulia, poverina, avrebbe dovuto partorire il suo bambino, ma lei e il piccolo sono stati uccisi dall’uomo che avrebbe dovuto, invece, prendersi cura di loro proteggendoli.

 

 

RICORDANDO GIULIA

Infine, quello eclatante, di Giulia. Giulia Cecchettin che di anni ne aveva appena ventidue. Lei, la studentessa veneta assassinata a coltellate dall’ex fidanzato, un ragazzino come lei, ma terribilmente adulto quando si è trattato di ragionare della fine che avrebbe fatto fare alla “sua” Giulia.

Tragedie, queste, che hanno scosso l’opinione pubblica, tanto che la politica ha pensato a un progetto pilota di educazione alle relazioni nelle scuole. Questo, solo per restare in Italia, nel citare gli episodi forse più cruenti, restati scolpiti nella nostra memoria.

Intanto il 2024 comincia con un’altra brutta notizia, un’altra donna ammazzata. Non è stato un gesto scaturito da insana gelosia, ma dalla stupidaggine umana che non conosce confini. Sorvoliamo sull’assassino, che girava con una pistola e intendeva festeggiare l’ingresso del nuovo anno scaricando all’impazzata l’arma di cui era in possesso. Lei, Concetta Russo, di Afragola, aveva 45 anni, era affacciata per assistere ai festeggiamenti per l’ingresso del 2024, un anno che purtroppo non potrà mai vedere.