Mario Draghi alla Cop26, il summit di Glasgow

«Gravi ripercussioni sulla pace e sulla sicurezza. Non c’è più tempo da perdere, se i soldi non sono un problema, investiamoli subito. In modo ragionato, ma velocemente, prima che sia troppo tardi. C’è il timore che questi ritardi producano terrorismo. Le nuove generazioni devono aiutarci a comprendere da che parte andare…»

 

Il previsto aumento delle temperature globali è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta in modo drammatico. Da incendi e inondazioni catastrofici, allo scolorimento delle barriere coralline e alla perdita di biodiversità, l’impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente. Anche il costo di tutto ciò aumenta rapidamente, soprattutto per le nazioni più povere. Il costo dei disagi per le famiglie e le aziende nei paesi a basso e medio reddito ammonta a ben 390 miliardi di dollari l’anno. Meglio non girarci troppo attorno, il cambiamento climatico ormai compie preoccupanti passi avanti ogni giorno. E’ l’analisi compiuta da Mario Draghi nella Conferenza delle Nazioni sui cambiamenti climatici, nota come “Cop26”.

«Questa Cop 26, deve essere l’inizio di un nuovo slancio, un salto quantico nella nostra lotta contro il cambiamento climatico». Così il premier Mario Draghi nella cerimonia di apertura della Cop26 a Glasgow.  Per “quantico”, usando una semplificazione che normalmente si adotta in fisica, il presidente del Consiglio allude a un pericoloso cambiamento da un sistema climatico all’altro.

«Il cambiamento climatico – prosegue, tracciando un quadro non del tutto rassicurante – può avere anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali; può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali; può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata».

 

«RESTIAMO UNITI»

Il cambiamento climatico, in buona sostanza, può dividere piuttosto che avvicinare. Per questo motivo alla Cop26, Draghi ha chiesto di andare oltre, molto più di quanto non abbia fatto al G20, l’insieme dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali. E’ necessario accelerare l’impegno di tutti i Paesi per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Fondamentale basarsi sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso. I discorsi ascoltati durante la Cop26, hanno colpito profondamente Draghi. «Negli ultimi anni, i giovani ci hanno reso un servizio portando il tema del clima al centro del nostro dibattito politico: sono stati i giovani al centro del Vertice Pre-Cop di Milano. A Glasgow, noi dobbiamo renderli orgogliosi», ha dichiarato il premier Mario Draghi alla cerimonia di apertura della Cop26 a Glasgow.

Le generazioni future giudicheranno quanto otteniamo o che non riusciamo a raggiungere. «Dobbiamo coinvolgere i giovani, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro: dobbiamo rafforzare i nostri sforzi sui fondi per il clima, far lavorare insieme il settore pubblico e privato, in modi nuovi».

 

«LE RISORSE CI SONO»

Durante il summit, Johnson sottolinea la quantità di denaro disponibile: decine di trilioni. Tanto danaro, ma che va usato in modo intelligente e spenderlo velocemente. C’è bisogno che tutte le banche multilaterali, e in particolare la Banca mondiale, condividano con il settore privato i rischi che il privato non si può permettere. C’è bisogno di piattaforme e la buona notizia è che «i soldi non sono un problema se vogliamo usarli bene».

«Il Principe Carlo ci ha fornito una road map – sottolinea Draghi in uno dei suoi interventi – e il primo ministro Johnson ha evidenziato quanto denaro disponibile ci sia: parliamo di decine di migliaia di miliardi di dollari. Ma ora dobbiamo utilizzarli: abbiamo bisogno di programmi specifici per i Paesi, in cui la Banca Mondiale e le altre banche multilaterali di sviluppo possano realmente condividere le azioni e rendere tutto questo denaro utilizzabile ai fini di uno sforzo positivo».

In qualche modo questa è una delle buone notizie scaturite dal summit svoltosi a Glasgow: i soldi non sono un problema, se vogliamo usarli bene.